Se vi è capitato di passare nella nostra pagina “About Us”, vi sarete accorti che siamo due ragazzi appassionati di fotografia, e spesso ci capita di imbatterci nei vari canali Youtube che parlano di metodi e tecniche fotografiche dove spiegano come scattare delle “buone” fotografie.
Dato che guardo spesso questa tipologia di video online, e sono dell’idea che anche grazie a questi video si riesca ad imparare molto di questo settore, nel corso degli ultimi anni ho notato un incremento di video e foto realizzati in Islanda.
Sarà per questo motivo che la mia voglia di visitare l’Islanda è divenuta nel corso del tempo sempre più forte, così nel maggio del 2023, sono riuscito a partire realizzando questo mio desiderio.
È bastato davvero poco, una volta arrivato, per capire come mai l’Islanda sia il paradiso per i fotografi. Quest’isola mi ha completamente conquistato, e non vedo l’ora di raccontarvi come abbiamo vissuto sette fantastici giorni girandola.
L‘Itinerario:
Nell’articolo, vi racconterò del nostro tour lungo la strada principale Road 1, detta anche più comunemente “Ring Road”, che circonda l’isola.
Pianificando questo viaggio, spesso mi sono chiesto quanti giorni fossero necessari per girare l’Islanda.
La risposta a questa domanda è: “dipende”.
Dipende da che tipo di viaggiatori siete:
C’è chi adora vedere molte attrazioni durante le giornate senza mai fermarsi, e ci sono coloro che desiderano concedersi del tempo libero tra uno spostamento e l’altro, visitando le attrazioni con più calma.
Noi, appartenenti alla prima categoria, possiamo dire di essere stati pienamente soddisfatti del nostro giro dell’isola con una permanenza complessiva di 7 giorni.
Trai vari gruppi Facebook dedicati all’Islanda (LINK), ho notato che molti decidono di soggiornare in un periodo che varia dai 7 ai 15 giorni, quindi consiglierei di stare nella media.
Considerate anche che noi non abbiamo visto la parte interna dell’isola, perciò se avete in programma di visitare anche quest’altra parte vi serviranno sicuramente più giorni.
Video
COME SPOSTARSI:
Contrariamente alla tips precedente relativa al numero di giorni, per questo punto sarò diretto: il noleggio dell’auto è fondamentale.
Possiamo magari parlare del tipo di mezzo: noi per questo tipo di viaggio e per questioni di sicurezza, abbiamo deciso di noleggiare un’auto 4×4 per evitare possibili disagi e inconvenienti di percorso, dato che ipotizzavamo di affrontare anche alcune strade sterrate interne.
Dalla nostra esperienza, possiamo garantirvi che non è necessario un suv per percorrere la Ring Road o le strade sterrate interne che vi proporremo nel corso dell’articolo. Una semplice utilitaria risulterà più che sufficiente. Tenete in considerazione che per percorrere tutto il giro dell’isola, avrete oltre 2500 km di percorso in auto. Quindi, se il budget ve lo permette, passate direttamente ad un Suv per viaggiare più comodi.
Vi consiglierei l’auto 4×4 solo nel caso in cui decidiate di visitare l’Islanda nei periodi invernali, dove le temperature piuttosto basse e/o il maltempo causano il peggioramento delle strade.
Per il noleggio ci siamo affidati al portale Expedia e abbiamo scelto la compagnia Budget.
METEO:
La fatidica domanda da un milione di dollari!
Credo sia la prima volta che mi trovo in difficoltà a descrivere il clima di un paese.
Inizialmente ero convinto che in Islanda facesse freddissimo, ma non è così. Il clima è più mite di quanto si possa pensare. L’isola ha un clima subartico, prevalentemente freddo e ventoso, ma mitigato dalla corrente del Golfo e della presenza dell’oceano. Oltre a questo, un altro motivo del clima mite è che l’Islanda si trova sopra un punto caldo della Terra, questo paese ha infatti un’incredibile attività geotermica. La conseguenza è un clima perennemente instabile e con sbalzi di temperatura molto rapidi. Le precipitazioni sono abbondanti, soprattutto sul versante meridionale.
Il consiglio che mi sento di darvi è di vestirvi “a cipolla”, non partite con indumenti troppo pesanti (almeno se, come noi, andrete in primavera/estate) perché non sono necessari. Più che altro attrezzatevi di un buon impermeabile (non è molto utile l’ombrello, il vento lo romperà quasi subito) e di un giubbino antivento.
APP E SITI UTILI:
Date le lunghe percorrenze è fondamentale avere le informazioni sul traffico/condizioni stradali/strade agibili sempre a portata di mano.
Il nostro consiglio prima di partire, è quello di provare a scaricare e prendere confidenza con queste app o siti web che potrebbero esservi piuttosto utili:
Road.is:
si tratta di un sito web dell’amministrazione stradale dell’Isola, responsabile di oltre 13.000km di strade.
In questo sito è possibile visualizzare le condizioni stradali relative a traffico e praticabilità dei percorsi stradali. È molto interessante in quanto, dato che la Ring Road è coperta da numerose web-cam, potrete vedere le condizioni stradali in tempo reale.
Vedur app:
Tramite quest’app scaricabile dagli store del vostro smartphone, potrete avere informazioni relative alle previsioni meteo precise e ricevere notifiche per allerta meteo. Può essere molto utile in quanto, come precisavo prima, il meteo è spesso e volentieri imprevedibile.
VOLI:
La maggior parte dei voli low cost diretti per Keflavík, dall’Italia, parte da Milano “Malpensa” con la compagnia EasyJet.
L’aeroporto islandese “KEF” riceve voli internazionali/intercontinentali, quindi è abbastanza semplice da raggiungere anche dagli altri paesi Europei.
DOVE DORMIRE:
Il viaggio di cui trattiamo in questo articolo, come detto precedentemente, è basato su un giro attorno all’isola per oltre 2500 km.
Per questo motivo, per affrontare questo itinerario nei migliori dei modi e con la minor perdita di tempo possibile, abbiamo alloggiato ogni giorno in diverse Guest House e/o Hotel lungo la Road 1.
I luoghi dove abbiamo alloggiato sono qui sottoelencati:
GIORNO 1: 100 Iceland Hotel a Reykjavík
GIORNO 2: Puffin Hotel VIK a Vik
GIORNO 3: Hotel Skaftafell a Freysnesi
GIORNO 4: Hótel Aldan a Seyðisfjörður
GIORNO 5: Súlur Guesthouse a Akureyri (attualmente Acco Guesthouse)
GIORNO 6-7: Stöð Guesthouse and Apartments a Grundarfjörður
Nei vari siti utili per la ricerca dell’alloggio, ne troverete davvero molti di carini con varie fasce di prezzo.
Il mio consiglio è quello di prenotare con opzione “cancellazione gratuita” in caso vi capitassero eventuali imprevisti durante il percorso, o perché no… nel caso in cui trovaste strutture migliori durante la vostra percorrenza.
Mappa di viaggio:
Giorno 1:
Arrivati all’aeroporto di Keflavík e ritirata l’auto, ci siamo diretti subito verso la capitale Reykjavík, che dista circa 50 km dall’aeroporto.
La città, come anche l’aeroporto, è geograficamente situata sulla costa meridionale, e ad oggi è la città più popolata dell’isola con i suoi 130.000 abitanti.
Fondata nel 874 d.c., la capitale è stata in grado di svilupparsi piuttosto rapidamente nel corso della storia, grazie alle attività di commercio e pesca.
Oggi Reykjavík è il polo turistico principale del paese. Il centro è vivace e ci sono numerosi servizi, negozi, bar e ristoranti che creano un’atmosfera accogliente.
Nell’arco della giornata, abbiamo visitato (sotto alla pioggia):
Hallgrímskirkja:
Si tratta della chiesa più alta d’Islanda, costruita nel 1945 dall’architetto Guðjón Samúelsson che si ispirò alle colonne di basalto delle cascate di Svartifoss.
Visitandola internamente, la prima cosa che mi ha rapito è stata la vista dell’organo a canne situato sopra all’ingresso della chiesa, d’altronde è uno degli organi più grandi in Europa.
Raimbow Street:
La strada arcobaleno di Reykjavík è un’attrazione popolare per i turisti e gli abitanti della città.
Situata di fronte alla chiesa, a circa 500 metri di distanza, la Rainbow street è una strada colorata con i colori dell’arcobaleno, creata grazie alle comunità LGBTQ+ presenti in Islanda.
La strada è molto curata ed è possibile percorrerla solamente a piedi, dato il divieto d’accesso ai mezzi.
Perlan:
Purtroppo noi non abbiamo avuto abbastanza tempo a disposizione per visitarlo, ma ve lo consigliamo perché è uno dei luoghi simbolo della capitale. Magari, se ci andrete, poi fateci sapere nei commenti come vi è sembrato.
Si tratta di un museo di storia naturale che ospita diverse mostre sulla natura e cultura islandese, tra cui un planetario, una grotta di ghiacciaio e una piattaforma panoramica con vista sulla città.
La struttura, costruita nel 1943 inizialmente per lo stoccaggio dell’acqua, fu poi convertita nel 1991 in un museo, divenendo un’attrazione turistica aperta tutto l’anno.
Sun Voyager:
È una scultura in acciaio costruita dall’architetto Jón Gunnar Árnason e inaugurata nel 1990 per simboleggiare la speranza e di rinascita per gli islandesi.
La scultura si trova sul lungomare di Reykjavík.
Infine, vi consigliamo un’altra esperienza: assaggiare un hot dog presso la bancarella di “Bæjarins Beztu Pylsur”.
È una piccola catena in attività dal 1937, che vende hot dog a base di agnello con maiale e manzo.
Vengono serviti in un panino caldo e a scelta si possono aggiungere diversi condimenti.
Ci sono voci che narrano che il loro hot dog sia migliore di quelli che si possono assaggiare a New York, ma in realtà questa bancarella è diventata particolarmente famosa da quando, nell’agosto del 2004, lo stand fu visitato dall’ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton.
Incuriositi, abbiamo testato questo famoso hot dog, ma non ha soddisfatto appieno le nostre aspettative.
Ma in fin dei conti chi sono io per smentire queste dicerie che circolano?
Non vi resta che provarlo!
Giorno 2:
Inizia ufficialmente il nostro tanto atteso viaggio on the road.
Prima però, consci di quello ci aspettava, ci è sembrato doveroso immagazzinare un po’ di energie con una buona colazione!
Per questo motivo, ci siamo diretti in auto lungo la zona portuale di Reykjavík per fare una buona colazione a base di ciambelle con glassa alla cannella e bagel da DEIG workshop.
Fatto il pieno di zuccheri, la prima tappa del giorno è stato il parco nazionale Þingvellir (si legge Pingvellir) che dista 50 minuti dalla capitale.
Ci sono diversi motivi per cui vale la pena visitare questo parco:
Il primo: E’ un parco naturale di grande bellezza, con laghi, fiumi e cascate, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO dal 2004.
Il secondo: E’ un luogo di carattere storico, in quanto in questo luogo nel 930 d.c. si radunò il primo parlamento islandese.
Il terzo: non per ordine di importanza (tra l’altro questo è quello che mi ha più affascinato) è un sito geologico unico. Il parco si trova nel mezzo della dorsale medio-atlantica, dove le placche tettoniche nordamericana e quella eurasiatica si allontanano l’una dall’altra di circa 2 cm all’anno.
Qui sotto alcune foto del parco:
Nel primo pomeriggio, ci siamo spostati di circa 60 km più a nord, nella valle di Aukadalur, zona geotermale.
Da non perdere, è il bellissimo geyser Stokkur.
Nella realtà sarebbero due i geyser: lo Stokkur e il Geysir, ma quest’ultimo, a causa di alcuni cedimenti strutturali nei canali d’acqua nel sottosuolo risulta inattivo, favorendo l’eruzione solamente in rari casi.
In ogni caso, per quanto riguarda il geyser attivo, lo Stokkur è in grado di generare getti d’acqua altissimi a circa 90 gradi ogni 12 minuti. Perciò, se avete un po’ di pazienza fermatevi e attendete l’eruzione, è uno spettacolo unico!
La zona circostante è piuttosto turistica: troverete ristoranti, bar e negozi di souvenir.
Iniziamo successivamente a scendere verso sud, per collegarci alla route 1 che ci accompagnerà per il resto della nostra vacanza.
Proseguendo il percorso, raggiugiamo la nostra tappa successiva: la cascata di Gullfoss, ovvero la “cascata d’oro”.
Con la sua altezza di oltre 30 metri, è una delle più imponenti dell’isola, circondata da una natura selvaggia e incontaminata. Inutile dire che siamo stati fin da subito colpiti, non avevamo mai visto una cascata così grande, la potenza dell’acqua ci ha lasciati senza parole. Armatevi di impermeabile (se potete, utilissimi anche i pantaloni impermeabili), siamo tornati in macchina bagnati fradici, ma impazienti di raggiungere la prossima meta.
Dopo altri 120 km, eccoci arrivati alla cascata di Seljalandsfoss.
Alta oltre 60m e larga 25m, la cascata fa scivolare l’acqua proveniente dal ghiacciaio Eyjafjallajökull, per poi sfociare direttamente nell’Atlantico attraverso un lungo canale.
Con un salto d’acqua davvero notevole, la cascata di Seljalandsfoss è senza dubbio una delle cascate più impressionanti.
Raggiungere Seljalandsfoss è piuttosto semplice, oltre ad essere ben segnalata nelle mappe, è anche ben visibile percorrendo la route 1.
Durante la visita a questa cascata, cosigliamo ancora più caldamente indumenti impermeabili, qui sono proprio necessari perché potrete camminare anche dietro la cascata, avendo così una prospettiva indubbiamente magnifica.
Saliamo nuovamente in auto ancora più fradici e infreddoliti a causa della pioggia e dell’acqua della cascata, ma senza nemmeno avere il tempo di asciugarci ripartiamo: a soli 30 km ci aspetta la cascata Skógafoss.
Considerata la cascata perfetta e la più iconica d’Islanda, Skógafoss è alta circa 62 metri, e si inserisce in un contesto naturale davvero impressionante.
Complice il fatto di essere stata inserita in alcune scene della serie tv “Vikings”, questa cascata è una delle destinazioni turistiche più popolari e viene visitata da milioni di persone ogni anno.
Quest’ultima è creata dal fiume Skógá, che nel corso dei secoli ha scavato la scogliera formando la cascata che vediamo oggi.
La cascata può essere ammirata sia in prossimità, sia dall’alto.
Infatti troverete una scalinata di 400 gradini, che vi porterà ad una vista spettacolare sulla costa sud dell’Islanda e sulla cascata dall’alto.
Se pensate che ne avessimo abbastanza dell’acqua… beh vi sbagliate!
Dalla parte opposta rispetto all’ingresso del parcheggio delle cascate Skógafoss, è presente una cascata “nascosta”.
Lasciata l’auto al parcheggio del “Freya Caffè”, una volta superato un piccolo cancello alla vostra destra, è presente un facile sentiero di 15 minuti circa, che vi condurrà lungo un canyon verde fino a giungere alla cascata di Kvernufoss alta circa 30 metri.
Anche qui, è possibile percorrere un sentiero verso la parte più interna della cascata, per ammirare il sipario d’acqua in caduta da dietro.
Fatta ormai sera, la nostra prima vera giornata d’avventura stava per concludersi, così abbiamo raggiunto Vik e abbiamo passato la notte presso il “Puffin Hotel Vík”.
GIORNO 3:
Ci svegliamo già con il sorriso stampato sui nostri volti, e riprendiamo la nostra avventura lì dove l’avevamo lasciata la sera precedente.
Ripercorriamo per una ventina di km un piccolo pezzo di strada fatta la sera precedente, quindi in direzione cascate di Skógafoss, arrivando al Dyrhólaey Viewpoint.
Lasciata l’auto all’ampio parcheggio gratuito, ci siamo incamminati lungo un sentiero che vi accompagnerà ad un punto panoramico con una bellissima vista sulla spiaggia nera di Reynisfjara.
Dyrhólaey Viewpoint è molto apprezzato anche per la vista dell’arco di roccia naturale affacciato sull’oceano, ma soprattutto per la facilità di incontrare i famosi Puffin, le pulcinelle di mare, che potrete osservare nel periodo che va da maggio a settembre..
Ah, quasi dimenticavo… attenzione alle raffiche di vento in questa zona, sono davvero fortissime!
Dopo averla vista dall’alto, abbiamo poi raggiunto la spiaggia di Reynisfjara.
Completamente nera a causa della cenere e dei detriti di origine vulcanica prodotti dall’erosione,
la spiaggia di Reynisfjara è famosa per le sue colonne di basalto che si ergono dal mare.
La spiaggia è descritta come “un luogo magico”, ma fate particolarmente attenzione all’oceano.
È infatti considerata “una delle spiagge più pericolose al mondo” a causa delle onde imprevedibili e della forte risacca.
Vi consigliamo quindi di non avvicinarvi troppo all’acqua, soprattutto se il segnale d’allarme rosso lampeggiante posto all’ingresso della spiaggia è acceso.
Circa a metà giornata, siamo ritornati a Vik, per una pausa caffè e per ricaricare un po’ le pile.
Ci siamo rifocillati presso il bar “Skool Beans micro roaster… and sometimes a cat!”.
Si tratta di un vero e proprio autobus scolastico riconvertito in bar, con sedie e tavoli lungo tutta la sua lunghezza.
La merenda a base di cappuccino, una bevanda calda chiamata “blue milk” e bagel con burro d’arachidi, in un ambiente diverso dal solito, è stata un’ottima idea per una deliziosa pausa.
Il bus si trova in centro a Vik, a pochi passi dalla chiesa, quindi è facilmente raggiungibile in auto
Successivamente ci siamo diretti al promontorio e abbiamo visitato dall’esterno la chiesa di Vik, il punto di riferimento del paese.
Circondata da una straordinaria vista panoramica, la chiesa è molto caratteristica ed è il luogo ideale per scattare un po’ di foto.
Nel pomeriggio abbiamo raggiunto il canyon di Fjaðrárgljúfur.
Profondo 100 metri e lungo circa due chilometri, è un luogo poco conosciuto rispetto ai luoghi descritti in precedenza, e grazie alla minor popolarità è un luogo da sogno sia per i fotografi che per gli escursionisti che desiderano un po’ di tranquillità lontano dalla folla.
Formatosi circa 9.000 anni fa alla fine dell’ultima era glaciale, il canyon è il risultato delle formazioni di terre erose causate dal disgelo dei ghiacciai. Il substrato roccioso è per lo più palagonite (lava vetrosa basaltica).
Il fiume Fjaðrá, che scorre in superficie, proviene dalla sorgente della montagna Geirlandshraun, che sfocia nel grande lago Skaftá.
Una volta parcheggiata l’auto, vi basterà percorrere un breve sentiero di circa venti minuti fino a giungere alla terrazza panoramica.
A circa un’ora d’auto dal canyon, è presente la cascata di Svartifoss.
Tra le tante attrazioni naturali che offre questo paese, una delle più affascinanti per me è stata proprio questa.
Situata nel Parco Nazionale Skaftafell, la cascata Svartifoss, il cui nome significa “cascata nera”, deve la sua fama alle spettacolari colonne di basalto nero che la circondano, formando una sorta di cornice naturale attorno ad essa.
Le colonne che vedete sotto in foto sono il risultato del raffreddamento della lava vulcanica, che si è solidificata in esagoni regolari, formando così queste enormi colonne di basalto che rendono la cascata unica nel suo genere.
Come raccontavo prima, questa cascata ha ispirato molti artisti e architetti, tra cui Guðjón Samúelsson, che progettò la facciata esterna della Chiesa di Hallgrímskirkja a Reykjavík, con la stessa forma delle colonne.
Per raggiungere la cascata, dovrete percorrere un sentiero di circa 1,8 km partendo dal centro visitatori del parco, dove è presente un grande parcheggio sia per auto che per camper (entrambi a pagamento).
Una volta lasciata l’auto, seguite il sentiero che attraversa un boschetto di betulle e delle cascate minori, quella di Hundafoss e Magnúsarfoss.
La passeggiata impegna circa un’ora e mezza tra andata e ritorno, assicurandovi delle piacevoli visuali dall’alto sui ghiacciai, colline e fiumi.
Giunta la sera, abbiamo raggiunto il nostro alloggio per la terza notte: l’Hotel Skaftafell e abbiamo cenato direttamente lì perché nei dintorni non c’erano molte scelte. Essendo ospiti di questa meravigliosa isola a fine maggio, decidiamo di approfittare delle ore di luce fino a tardi per ammirare la natura islandese con i colori del tramonto (all’incirca verso le 22:30).
Ci siamo così diretti in serata a Diamond Beach.
Si tratta di una delle attrazioni principali e imperdibili durante un viaggio in Islanda, perché offre uno spettacolo unico e suggestivo che cambia continuamente a seconda delle stagioni, delle ore del giorno e delle condizioni atmosferiche.
E’ una spiaggia nera, che si trova vicino alla laguna glaciale di Jökulsárlón, e si contraddistingue dalle altre per la presenza di numerosi cristalli di ghiaccio che si trovano sulla costa, i quali creano un effetto luminoso e scintillante molto simile a quello dei diamanti.
Questi enormi pezzi di ghiaccio, sono dei frammenti di iceberg che si sono staccati dal grande ghiacciaio Vatnajökull, e che grazie al movimento dell’acqua si trasportano lungo la spiaggia nera.
Abbiamo trovato Diamond Beach davvero affascinante al tramonto, le sfumature rosso-arancio riflesse sull’acqua e sul ghiaccio hanno dato un tocco in più a questo posto, facendoci concludere la giornata in modo davvero meraviglioso.
Giorno 4:
In mattinata, come prima tappa, abbiamo raggiunto il ghiacciaio Fjallsárlón, a circa una quarantina di chilometri di distanza dall’Hotel.
Nonostante sia meno popolare rispetto al vicino lago Jökulsárlón, arrivarci è stato piuttosto semplice dato che lungo la Ring Road è ben visibile, ed inoltre è presente un cartello stradale che lo indica.
Il ghiacciaio è davvero affascinante e sono riuscito ad apprezzare ancora di più questo luogo per la tranquillità e il totale isolamento acustico presente, noi eravamo infatti gli unici presenti sul posto.
Inoltre, per coloro che vogliono vivere un’esperienza indimenticabile, è possibile fare un’escursione in barca sul lago e un’escursione sul ghiacciaio, noi per via dei tempi stretti ci siamo limitati ad ammirarlo da distante.
La tappa successiva è stata Stokkness, la spiaggia nera che si affaccia sulla montagna Vestrahorn.
Per raggiungere questo luogo, è innanzitutto necessario raggiungere il Vikings Cafè, che si trova alla fine di un breve percorso sterrato, prendendo un’uscita posta alla destra in prossimità di un traforo lungo la Ring Road (vi lascio sotto l’indicazione sulla mappa).
Al bar sarà possibile acquistare il biglietto per oltrepassare la sbarra automatica e arrivare al parcheggio principale. Il biglietto vi darà sia l’accesso alla spiaggia, sia al villaggio vichingo: “Viking Village Prop For Movie”.
Si tratta una sorta di ricostruzione di un antico insediamento vichingo, creato nel 2010, per un film che però non è mai stato girato. Il villaggio è immerso nella natura e merita una visita veloce, personalmente me lo aspettavo più curato.
E’ intuibile che si tratta di un luogo in disuso e che il passare del tempo abbia fatto la sua parte, rovinando un po’ il fascino del posto.
Dopo il breve giro, ci siamo diretti verso quella che era la nostra tappa in origine: la spiaggia di Stokkness.
Come vi accennavo, Stokkness è una spiaggia nera con vista sulla montagna Vestrahorn. Qui si crea uno scenario ideale per gli amanti della fotografia naturalistica; infatti, con la giusta prospettiva, potrete scattare delle foto con la montagna riflessa sul bagnasciuga.
Nel IX secolo in questa spiaggia ci furono i primi insediamenti del popolo islandese, e durante la seconda guerra mondiale fu una base molto importante dell’esercito britannico.
Nel pomeriggio abbiamo proseguito verso il Nord dell’isola, e l’ultima tappa prevista per la giornata è stata il fiordo occidentale di Seyðisfjörður.
Incastonato tra montagne, Seyðisfjörður è uno dei fiordi più belli d’Islanda, tanto da essere incluso in alcune scene del film “I sogni segreti di Walter Mitty”, dove recita il famoso attore Adam Sandler.
Qui le cose da vedere non sono molte, ma basta e avanza l’atmosfera nordica che si respira in questa zona.
Le cose che potrete visitare qui sono:
-La strada di accesso al paese, percorribile in auto.
Una volta raggiunta la vetta della montagna provenendo dal paesino di Egilsstaðir, si scende in paese grazie ad una successione di tornanti. Questa strada è divenuta particolarmente nota proprio per essere stata inserita nel film che vi ho citato; in particolare, è visibile nella scena dove Walter scende a valle con lo skate.
-Arcobaleno di Seyðisfjörður
il paese di Seyðisfjörður è un paese aperto alla comunità LGTB, per questo motivo gli abitanti del paese hanno deciso di dipingere la strada che porta alla chiesa blu con i colori dell’arcobaleno.
Il contrasto tra la strada e la chiesa crea davvero una visuale interessante.
Anche se l’abbiamo trovata chiusa (e leggendo un po’ in rete sembrerebbe esserlo sempre), la chiesa blu è indubbiamente il simbolo della città. Questo è uno degli scorci più fotografati e famosi in Islanda. Se siete di passaggio, merita una visita, è un posto “da cartolina”!.
In serata abbiamo cenato presso uno dei pochi pub aperti in zona: “El Grillo Bar”, ottimo per un hamburger e un toast, prima di raggiungere l’Hotel Aldan (anch’esso presente nel film) per la notte.
GIORNO 5:
Salutato il fiordo ci siamo diretti verso la zona orientale dell’isola, con lo scopo di raggiungere in serata le pendici del fiordo Eyjafjörður, dove si trova la seconda città più popolata d’Islanda: Akureyri.
La prima meta è stata la visita allo Stuðlagil Canyon.
Quest’ultimo non è molto conosciuto, per molto tempo è stato nascosto dal fiume glaciale Jökla che scorreva con una forza impressionante e rendeva difficile e pericoloso il suo attraversamento.
A seguito della costruzione di una centrale idroelettrica avvenuta nel 2007, il livello dell’acqua del fiume è diminuito drasticamente, rivelando al mondo la bellezza delle colonne di basalto che si ergono sulle sue sponde.
Lo Stuðlagil Canyon (che significa canyon di colonne), è lungo circa 500 metri, con colonne di basalto alte 30 metri.
Ma come ci si arriva?
Il Canyon si trova a 50 minuti d’auto da Egilsstaðir. Per raggiungerlo è necessario effettuare una breve deviazione lungo la Ring Road: dal paese di Egilsstaðir, imboccate la Road 1 per una cinquantina di chilometri, fino a superare sulla vostra destra la Guesthouse Skjöldólfsstaðir; è facilmente riconoscibile in quanto poco più avanti è presente una pompa di benzina.
Continuate per un altro chilometro e mezzo e poi svoltate a sinistra sulla strada 923(è presente un segnale ben visibile).
Seguite la strada lungo il fiume svoltando a sinistra al bivio poco più avanti, poi proseguite per altri 14 chilometri fino a raggiungere un ponte nei pressi di una fattoria.
Fate attenzione in quanto la strada ad un certo punto diventerà sterrata, e data la zona rurale è facile incontrare animali selvatici che potrebbero attraversarvi la strada.
Per visitare lo Stuðlagil Canyon ci sono due possibilità: dal lato ovest o dal lato est.
Cosa cambia? Beh…il lato ovest è più facile da raggiungere, in quanto basta deviare dalla Ring Road e percorrere una strada sterrata fino ad una piattaforma panoramica da cui si può ammirare il canyon dall’alto (circa 19km- cercate su Google Maps “Stuðlagil Canyon Viewpoint”).
Tuttavia, la vista è limitata e non permette di apprezzare appieno le colonne di basalto da vicino.
Lo consiglierei solamente per coloro che sono di fretta e vogliono avere giusto “un assaggio” di questo posto.
Il lato est invece è quello che vi consiglio. Per raggiungere il sentiero che vi condurrà al canyon, dovrete svoltare sulla strada 923 e guidare per circa 14 chilometri fino a raggiungere la fattoria Hákonarstaði.
Qui troverete un cartello con indicato ‘Klaustursel’, girate quindi a sinistra e seguite la strada fino a raggiungere due ponti. Per la cronaca, Il ponte sulla sinistra è il più antico ponte in acciaio dell’Islanda.
Volendo, si può proseguire in auto passando per il ponte di destra (più largo) e accorciare il percorso di 2 chilometri, raggiungendo un parcheggio più vicino all’inizio del percorso.
Il sentiero richiede una camminata di circa 4 km (andata e ritorno), in un sentiero semplice con qualche leggero sali scendi, che affiancherà un corso d’acqua per tutto il percorso e vi condurrà fino al canyon, dove potrete godere di una vista mozzafiato sulle formazioni rocciose.
Questa opzione è sicuramente la più gratificante.
Lo Stuðlagil Canyon è visitabile durante tutto l’anno, ma se volete vederlo con l’acqua color smeraldo vi consigliamo di andarci tra giugno e agosto, quando il fiume è più calmo e limpido. Abbiamo trovato addirittura delle persone che ci si tuffavano dentro!
Terminata l’escursione, ci siamo reimmessi nella Ring Road, per proseguire altri 130 km fino a raggiungere la cascata di Dettifoss, la più potente d’Europa.
Situata nel nord-est dell’Islanda all’interno del parco nazionale di Jökulsárgljúfur, si forma dove il fiume Jökulsá á Fjöllum (il più lungo corso d’acqua dell’Islanda), conclude il suo percorso, lasciando spazio a questa cascata alta ben 45 metri.
L’acqua è color marrone a causa dell’alta presenza di fango e il rumore è assordante per la potenza dell’acqua. Il nostro consiglio è quello di vestirvi con abiti antipioggia, o preparatevi ad una bella doccia fresca!
Per raggiungere la cascata, imboccate la strada 862 a destra della Ring Road (se provenite dallo Stulagil canyon) in direzione “Dettifoss” per 24 km.
Fate attenzione che a circa metà percorso, la strada 862 diverrà sterrata, ma il ghiaino è molto fino e la strada piuttosto ampia.
Potreste quasi divertirvi in questo “rally”, dati i limiti di velocità di 80km/h in questo tratto stradale.
Seguendo la Ring Road, finirete lungo le zone geotermali più attive dell’intera Islanda: Hverir.
Il paesaggio qui è ricco di fumarole, pozze di fango bollente e sfiatatoi di vapore.
Ahimè come potrete immaginare, l’odore dello Zolfo è piuttosto intenso, ma non basta a scoraggiare i visitatori che vogliono esplorare i sentieri che attraversano questa regione.
Fate attenzione a non avvicinarvi troppo alle fonti di calore, che possono raggiungere i 200°C, rispettate quindi le indicazioni per la sicurezza.Una volta parcheggiata l’auto presso la zona di sosta a pagamento, potrete entrare nella zona Geotermale. Il biglietto del parcheggio è valido anche per l’entrata.
Altri luoghi presenti in questa zona, per cui vale la pena una sosta, sono:
Grjótagjá:
Si tratta di una piccola grotta di lava famosa per ospitare una bellissima sorgente termale geotermica nelle sue profondità.
È divenuta particolarmente famosa per essere stata usata come luogo per le riprese di una scena romantica tra Jon Snow e Ygritte nella serie televisiva Il Trono di Spade.
Diversamente da quanto accade nelle scene della serie tv, non è possibile fare il bagno nella grotta a causa della temperatura dell’acqua troppo alta.
La visita alla grotta è gratuita e non impiegherete molto tempo per visitarla.
Nei pressi della grotta, è presente anche il vulcano Hverfjall.
Formatosi 2500 anni fa circa a seguito di una breve ma intensa eruzione vulcanica, Hverfjall è una delle più grandi formazioni vulcaniche al mondo grazie al suo incredibile cratere che misura circa un chilometro di diametro.
Arrivati al parcheggio, dove è possibile lasciare un’offerta libera per il mantenimento della zona, potrete salire fino alla cima del cratere seguendo le indicazioni del sentiero ben evidenziate.
Direi che merita la “fatica” della salita, sia per la curiosità di vedere un cratere così ampio, ma soprattutto per la vista mozzafiato sul paesaggio circostante.
Dalla cima potrai ammirare dall’alto il lago Mývatn, le formazioni laviche di Dimmuborgir e i campi di lava circostanti.
L’ultima tappa della giornata, prima di arrivare ad Akureyri, è stata la cascata Goðafoss.
Questa è tra le cascate più spettacolari d’Islanda, ha un’altezza di 12 metri e una larghezza di 30m. Il suo nome, che significa “cascata degli dèi”, deriva da una leggenda che narra di un capo islandese che gettò le sue statue degli dèi nordici dopo essersi convertito al cristianesimo nell’anno 1000.
In serata abbiamo raggiunto Akureyri per la notte, concludendo così la giornata.
Giorno 6:
Lasciata la Guesthouse che ci ha ospitati durante la notte, abbiamo scelto di passeggiare tra le stradine del centro di Akureyri.
Si tratta della seconda città più popolata dopo Reykjavík, con i suoi 19.000 abitanti.
Chiamata “città del sole di mezzanotte” per la sua posizione a nord, Akureyri è un importante porto e centro di pesca, nonché un luogo di interesse culturale. Ha le caratteristiche del tipico paese islandese ed è circondata da alte montagne che la proteggono dai venti più forti,
A metà giornata, ci siamo diretti a Glaumbær, a 100 km più ad ovest, per visitare la Glaumbær Farm & Museum.
Aperto nel 1952, il museo rappresentata minuziosamente la vita degli Islandesi nei secoli scorsi, in antiche fattorie costruite di torba, un tipo di terreno organico.
La visita è una bella opportunità per scoprire le antiche tradizioni islandesi, il prezzo del biglietto è di
2000 ISK per gli adulti (circa 13,50€), mentre è gratis per i bambini/ragazzi fino a 17 anni.
Percorso ormai metà dell’anello, ci siamo diretti a Hvítserkur, un impressionante faraglione di origine basaltica che si trova sulla costa orientale della penisola di Vatnsnes.
Il suo nome significa “camicia da notte bianca”, perché è ricoperto dal guano degli uccelli che vi nidificano.
Grazie ai due fori alla base, questo faraglione assume l’aspetto di un drago che si abbevera o di un animale preistorico.
Come molte delle attrazioni Islandesi, anche Hvítserkur ha la propria leggenda:
Hvítserkur, era un troll che voleva distruggere le campane di una chiesa, ma fu pietrificato dai raggi del sole prima del raggiungimento del suo obiettivo.
Questo grosso faraglione è un’attrazione molto conosciuta nel nord dell’Islanda, anche se la strada per arrivarci non è delle più semplici.
Raccogliendo informazioni online prima della nostra partenza, ho scoperto che la strada fosse una tra le più difficili, posso però rassicurarvi perché, nonostante i suoi 40 km di strada sterrata, risulta piuttosto ampia.
A mio avviso non è pericolosa nella stagione primaverile-estiva, ma non saprei dirvi con certezza come possa essere in inverno.
In serata abbiamo raggiunto il fiordo occidentale, dove siamo rimasti per gli ultimi due giorni del nostro viaggio in Islanda.
Giorno 7-8
La nostra ultima Guest house non è stata scelta a caso! infatti era davvero vicinissima ad uno dei luoghi iconici dell’Islanda: il Monte Kirkjufell, che significa “montagna della chiesa”, per la sua forma conica che ricorda il campanile di un edificio sacro.
La montagna, alta 463 metri, è circondata da una cascata chiamata Kirkjufellsfoss, che crea uno scenario perfetto per scattare delle magnifiche foto paesaggistiche.
Per coloro che la visiteranno in inverno, è il luogo ideale per osservare l’aurora boreale.
Gli altri luoghi che abbiamo visitato negli ultimi 2 giorni lungo la penisola di Snæfellsnes sono stati:
La spiaggia Skarðsvík:
Una spiaggia di sabbia dorata, circondata da campi di lava nera, che offre un contrasto cromatico molto suggestivo.
La spiaggia è facilmente raggiungibile dalla strada 574, che segue il perimetro della penisola, e si trova vicino al cratere vulcanico di Vatnsborg.
Il faro Öndverðarnesviti:
Passata la spiaggia Skarðsvík, seguendo la strada 574 arriverete al faro di Öndverðarnesviti.
Si tratta di un faro di colore arancione, costruito nel 1973, che con il suo colore sgargiante diventa un soggetto molto interessante per qualche scatto fotografico!
Arnarstapi
È un piccolo villaggio di pescatori situato ai piedi del Monte Stapafell.
La zona è particolarmente famosa per le sue spettacolari scogliere, dove si nidificano migliaia di uccelli marini.
La chiesa Nera Búðakirkja
Si tratta di una particolare chiesa di legno di colore nero, collocata su un campo di lava, vicino ad una spiaggia.
Costruita nel 1703 e ristrutturata successivamente sia nel 1848 che nel 1987, la chiesa è un edificio storico di proprietà del Museo Nazionale d’Islanda e fa parte del patrimonio culturale del paese.
Offre una bella vista sul vulcano Snæfellsjökull, che è stato reso famoso dal romanzo di Jules Verne “Viaggio al centro della Terra”.
La chiesa è anche un luogo molto popolare sia per le cerimonie nuziali sia per l’osservazione dell’aurora boreale.
Ytri Tunga
Ytri Tunga è una spiaggia di sabbia nera, famosa per essere un luogo di avvistamento delle foche.
Durante l’estate, infatti, molte foche si avvicinano alla riva per prendere il sole e riposare. È stato davvero bello concedersi un’ora per osservare le foche in libertà, che piano piano si avvicinavano sempre più a noi
Ahimè siamo giunti al mattino dell’ottavo giorno, ovvero alla conclusione del nostro viaggio, chiudendo senza troppe difficoltà l’anello islandese dopo circa 2400 km di strade spettacolari.
Una vacanza di questo genere non può far altro che riempirti di emozioni indimenticabili e riempirti la mente di ricordi indelebili.
La Ring Road è stata per noi molto più di una semplice strada da percorrere. Ha saputo stupirci continuamente, grazie ai repentini cambiamenti di paesaggio e di condizioni atmosferiche, ci ha affascinati dall’inizio alla fine, ci ha fatto capire che in Islanda non è tanto importante la “meta” ma il fatto di godersi ogni attimo del viaggio, perché ogni singolo istante e/o cosa vista è stata per noi meravigliosa.
Le lunghe ore di viaggio immersi in paesaggi incontaminati ci hanno inoltre consentito inoltre di avere molto tempo per pensare, per riflettere, per riscoprire la bellezza della natura e dello stretto contatto con essa.
Dal nostro punto di vista, questo viaggio fa bene a mente, corpo e anima, non vediamo già l’ora di tornarci per poter rivivere certe sensazioni!
Spero che questo articolo vi possa aiutare a scoprire la bellezza di questo luogo, e che quest’isola continui a ispirare viaggi e avventure.